Grecia, la bellissima Kos

La Grecia è un paese meraviglioso, e Kos è una bellissima destinazione, un’isola meno conosciuta ma davvero unica. Facciamo quindi una visita virtuale di questa bellissima destinazione, posta proprio a ridosso delle coste turche – e scopriamo, aldilà della sua costa, le caratteristiche che la rendono davvero molto esclusiva e “diversa” da tante sue consorelle.

Con le sue lunghe spiagge sabbiose, il clima mite e monumenti di molte epoche storiche, Kos è stata tra le prime isole del Mar Egeo ad attrarre turisti – durante gli anni ’30, sotto il dominio italiano. Nonostante questa sua vocazione, Kos è di fatto una delle isole greche più fertili, con un ricco suolo vulcanico e un adeguato approvvigionamento idrico grazie alle sorgenti poste nella sua piccola catena montuosa.

I meloni locali sono stati a lungo famosi – nei vecchi tempi, nelle Cicladi i venditori di meloni di Kos erano assai ricercati – e ne troverete molti venduti su bancarelle lungo la strada. L’agricoltura continua a coesistere con il turismo, così come l’allevamento (si dice che ci siano quasi altrettante mucche quante persone – 18.000 – a Kos).

Essendo un’isola di confine con la Turchia, una presenza militare è inevitabile se non invadente – quindi è possibile intravedere contemporaneamente soldati, bestiame e alberghi.

Il capoluogo di Kos.

La città di Kos si estende in tutte le direzioni a partire dal porto di Mandráki, perfettamente protetto, con Bodrum (una delle principali destinazioni per escursioni giornaliere) appena visibile sulla terraferma dell’Asia Minore proprio davanti.

Nonostante le sue dimensioni, la città è a bassa densità; grazie agli italiani è stata pianificata rigorosamente, e costruita in due fasi prima e dopo il terremoto del 1933.

Dal 1926-29 e di nuovo dal 1934-39 è stata ornata di gruppi di edifici in stile ottomano, Art Deco e razionalista per soddisfare le esigenze sociali e politiche del colonialismo e del fascismo – tra cui una grande piazza centrale, oggi Platía Eleftherías, dove le folle potevano acclamare gli oratori locali.

Ampie aree di “parco” archeologico sono state create rimuovendo le macerie delle case crollate per rivelare resti antichi. Tuttavia, è stata posta una certa cura nel conservare ed evidenziare il castello e i quartieri tradizionali – il bazar musulmano, e il vecchio quartiere dei fabbri di Haluvaziá appena dietro il porto – che erano sopravvissuti alla scossa. I sobborghi residenziali, in particolare a est, sono stati creati con i loro parchi, dando a Kos l’impressione di una lussureggiante città giardino.

Castello dei Cavalieri di San Giovanni.

Il Castello dei Cavalieri di San Giovanni con la sua doppia fortificazione domina il porto. Il castello è collegato da un ponte sull’antico fossato (ora Finikon Avenue) alla piazza, dove si trova l’Albero di Ippocrate. Che si diceva, appunto, abitasse a Kos.

Nella leggenda il famoso guaritore ha insegnato sotto i suoi rami, anche se in realtà questo è improbabile in quanto l’albero ha “solo” 700 anni circa! Accanto alla piazza si trova la Moschea della Loggia, del 1786 e poco distante, su Platía Elefthería, si trova la Moschea Defterdar.

Antica agorà, antichità e mercati.

Appena a sud del porto si trova l’antica agorà, recuperata dopo il sisma del 1933. Ma troverete edifici più interessanti nell’altra, più estesa zona archeologica che si trova ben oltre il bazar ottomano, con lo Xystos o colonnato di una pista da corsa coperta, e i mosaici di una caccia al cinghiale, i gladiatori e la ninfa Europa. Ci sono altri mosaici pavimentali – di una tigre, e bestie assortite che attaccano una capra e un’antilope – nella Casa Romana, una villa del III secolo d.C. dall’altra parte della strada, che alla fine è stata riaperta nel 2010 dopo un lungo restauro.

Recentemente è stato soggetto a interventi anche l’odeion romano adiacente e suo contemporaneo – che ora ospita un mini-museo molto ben fatto.

Il principale museo archeologico si trova invece sulla Platía Eleftherías, con statue ellenistiche e romane, oltre ad altri bei mosaici. Proprio di fronte, oltre la Moschea Defterdar, si trova il mercato coperto italiano del 1934; ultimamente le bancarelle dei suoi prodotti tradizionali sono state abbandonate a favore di bancarelle turistiche che vendono miele ed erbe aromatiche – ma nonostante questo ammodernamento, resta un luogo suggestivo per fare scorta di regali.

Vicino a Kos – Asklepeion.

Le rovine dell’Asklepion, facilmente raggiungibili in bici, si trovano a 4 km a sud-ovest della città su una serie di terrazze con vista su Kos e la costa turca. Ippocrate fu il primo guaritore che adottava un approccio razionale alla diagnosi, e – come testimoniano i suoi trattati, a porre l’accento sull’importanza dell’ambiente nella terapia.

Ai suoi tempi, ovvero intorno al 554 d.C., l’Asklepion era una struttura termale e didattica e un santuario religioso, e il sito scelto aveva importanti sorgenti (si possono ancora vedere fontane e tubazioni in argilla). Le terrazze, collegate da ampie scalinate, presentano, all’ultimo livello, un tempio dorico di Asklepios e un tempio corinzio romano, in parte ricostruito da archeologi italiani.

Le sorgenti termali di Kos.

Oltre alla spiaggia di Lámbi, altre spiagge si estendono a est, poi a sud, della città, nella zona conosciuta in modo generico come Psalídi. Gran parte di questa zona è monopolizzata dagli hotel e i resort che vi si concentrano; anche se le spiagge migliori, con una ventilazione minima e un facile accesso, iniziano solo dopo il complesso Oceanis, fino al punto di guardia militare di Ágios Fokás. Poco dopo un ultimo gruppo di hotel di Ágios Fokás si trova il bivio per le sorgenti termali di Bros Thermá, una delle destinazioni più popolari di Kos, soprattutto al tramonto o nelle serate al chiaro di luna.

L’acqua calda scorre dalla base delle scogliere in una piscina profonda pochi metri, delimitata da un anello di massi che le permette di mescolarsi con l’acqua di mare ad una temperatura molto gradevole. Ci sono voci ricorrenti, tuttavia, che ci sia intenzione di trasformare questo luogo in un centro termale con ingresso a pagamento.

I villaggi del Monte Díkeos.

Il pittoresco e boscoso Monte Díkeos, l’antico Oromedon che incombe ad ovest della città, solleva Kos dall’implacabile piattezza e sostiene i villaggi di Asfendioú, in gran parte poco abitati, ma che restano eccellenti esempi di case tradizionali imbiancate a calce.

Il parroco padre Kyriakos, presso la chiesa Génnisi Theotókou a Lagoúdi con i suoi brillanti affreschi neobizantini, sostiene che la montagna prende il nome moderno dalle sue acque che scorrono utilmente a nord-ovest verso la pianura agricola piuttosto che inutilmente a sud verso il mare.

Ziá è l’insediamento più turistico, grazie a una mezza dozzina di pullman che ogni giorno offrono ai turisti dei “tour al tramonto” (anche se non ce ne sarebbe bisogno: la vista dalla maggior parte della regione di Asfendioú è spettacolare).

Questo ha avuto un effetto prevedibile sulla quantità delle taverne superstiti (anche se molte hanno chiuso), e alcune valgono ancora la pena di una visita, come il piccolo caffè Neromylos, convertito dall’ultimo mulino ad acqua funzionante qui – negli anni ’60 la maggior parte dell’acqua era stata convogliata nei campi e nei bacini idrici delle pianure. Ziá segna anche l’inizio dell’escursione fino alla cima del Khristós a 846 metri con la sua cappella e vista a 360° sulla Turchia e sul Dodecaneso.

Le vicine frazioni di Evangelístria e Asómatos, queste ultime con una bella chiesa, valgono una visita, ma non hanno strutture turistiche affidabili. Ad ovest di Lagoúdi, una strada secondaria conduce al Paleó Pýli bizantino con il suo castello e le chiese medievali, di cui la più bassa, Arhángelos, ha anche gli affreschi più belli.

Nuovo Pýli è invece una località moderna e fiorente e vanta, nel suo quartiere Pigí, forse la migliore taverna rurale di Kos, Palea Pigi, dove si possono gustare piatti locali come il pikhtí (brasato) e il krassotýri (formaggio marinato nel vino) all’ombra di un gigante fico indiano. Appena sotto c’è una meravigliosa e popolare fontana con diversi beccucci a testa di leone.

Girare a Kos.

E’ davvero molto facile farlo. Soprattutto nella città di Kos abbondano i posti per il noleggio di auto, scooter e (insolitamente) biciclette. Kos è tra le poche città in Grecia che promuove attivamente il biking, con un sistema di piste ciclabili congiunte che si estende dal lontano Psalídi a Tingáki. Per pochi euro al giorno potrete visitare pedalando le parti più piatte dell’isola.

Il tasso di incidenti per tutti i veicoli a motore – specialmente sulla pericolosa strada statale centrale – è importante, specialmente in agosto quando si presentano ateniesi particolarmente temerari, quindi meglio guidare in modo attento e mai dopo aver bevuto – le multe sono astronomiche. I taxi sono di uso comune ma piuttosto costosi.

Ci sono diversi autobus KTEL al giorno tra l’aeroporto e la città, ma questi sono progettati per integrarsi con gli arrivi dei voli nazionali e non internazionali. Oltre alle partenze KTEL per le località balneari più remote (frequenti) e i villaggi di collina (poco frequenti), c’è un servizio di autobus urbani molto efficiente con la sigla DEAS, che serve tutti i punti tra Psalídi e Lámbi.